L'angolo di Bertrando

Siamo solo bugie che attendono di essere svelate.

lunedì, novembre 28, 2005

Mark Andrè Zoro Kpolo, ivoriano

Non resisto, devo dire la mia sul caso della domenica. I fatti. Mark Zoro, ivoriano difensore del Messina non ancora ventiduenne, interrompe improvvisamente un’azione della partita Messina-Inter, dopo essere stato subissato per lunghi tratti della partita dai “buuuu” di parte (?) della tifoseria interista. Raccoglie il pallone e si reca verso il lato del campo in cui avvengono i cambi tra i giocatori, protestando ed indicando la zona della tifoseria da cui provenivano gli ingiuriosi versi. Si parla di razzismo, perché un comportamento di questo tipo non è consono ad una nazione libera e democratica come la nostra.
Il fatto crea a questo punto un importante precedente: non era mai successo in Italia che un giocatore, in modo così eclatante, protestasse per essere stato offeso per il colore della propria pelle. Scandalo, polemica, e giù via tutti gli annessi e connessi. Pappa buona per la tv (che ci camperà almeno un mese), viagra per le trasmissioni sportive. Bla, bla, bla. Tutto giusto, giustissimo. In questo caso il moralismo più o meno marcato ci sta tutto, eccome.
Tuttavia, tra le immagini viste e riviste alla televisione, una più di tutte mi scandalizza. No, non è la sceneggiata di Zoro, ma il tentativo del giocatore dell’Inter Adriano di fermare il collega, strattonandolo, tenendolo per la maglietta, cercando di rubargli il pallone, PER FAR CONTINUARE IL GIOCO. Il nuovo regolamento lo dice chiaro: la partita può essere sospesa e, se si verificasse la colpa della tifoseria nerazzurra, si rischierebbe anche la sconfitta a tavolino. Troppo per un giocatore di calcio. Perdere, ma figurati! Nella stessa maniera si sono poi comportati anche Martins (si dice, si mormora, amico stretto di Zoro) e Materazzi (uno che c’è sempre nelle manifestazioni di beneficenza, ma non famoso per la propria “correttezza” in campo).
Adriano e Martins sono due giocatori di colore, ma non vengono mai fischiati dalle tifoserie, se non per evidenti demeriti sportivi. Adriano e Martins per un momento hanno dimenticato il loro passato per occuparsi di un meno importante presente. Adriano e Martins hanno pensato solo in un secondo tempo che un loro “fratello” era in difficoltà. Hanno prima pensato a se stessi. E qualche ora dopo appaiono sul sito dell’Internazionale F.C. per promuovere la fratellanza e “dire no” al razzismo. Marionette.
E se avesse ragione la Lega Nord, che parla per bocca del quotidiano La Padania? Se effettivamente gli stranieri – straNERI ? - che giocano nelle nostre squadre fossero davvero troppi? E perché di questi “troppi” molti sono giocatori di secondo livello, e pochi veri campioni, o comunque valori aggiunti alle squadre? No, non sono impazzito, ma sto guardando da un altro lato il prisma del fattaccio. Il problema non è il razzismo, o meglio, è un razzismo più becero, chiamiamolo “classismo” (anche se, me ne rendo conto, è una definizione forzata, ma in questo momento di scrittura a getto non me ne viene un'altra). Vi sono ormai stranieri di serie A e stranieri di serie B. Se ti chiami Adriano, giochi nell’Inter, e magari segni tanti gol, sei riconosciuto come campione assoluto, esempio per i giovani “che riescono a farcela nella vita”. Se ti chiami Ronaldinho, addirittura ti applaudono i tifosi avversari dopo due “pere” alla propria squadra. MA se ti chiami Zoro, onesto difensore di una squadra mediocre che si chiama Messina, allora preparati perché per te non c’è immunità, non sei protetto dalla tua fama. Rassegnati. Fate lo stesso lavoro, sgobbate le stesse ore in palestra e sul campo, ma siete DIVERSI. Diversi tra gli uguali.
E a questo punto mi chiedo: ma se davvero anche tra chi ha un background culturale e storico comune – di sofferenza, di lotta, di povertà – non vi è accordo, ma la preoccupazione principale è il bene personale, come possiamo parlare di INTEGRAZIONE? Come possiamo pretendere di portare i nostri figli (e noi stessi!) allo stadio per educarli alla civiltà sportiva? Come possiamo chiedere ai giocatori – che io ho sempre difeso in quanto vittime, ma in questo caso accuso in quanto ipocriti – di fare qualcosa, quando tutto quello che è sport e fair play passa in secondo piano?
Eh sì, caro Zoro. Ti auguro di essere comprato dal Milan, l’anno prossimo. Magari giocherai poco, ma se non altro non dovrai chinarti e a raccogliere quel pallone e diventare icona di chi il rispetto non sa nemmeno cos’è. E per favore, non deludermi: non indossare anche te quei braccialetti bianchi e neri.


PS: Non mi venite a dire che chi fischia, chi fa “buuuu”, sono solo cinque deficienti. Cinque deficienti che fischiano, in uno stadio, non si sentono. Non mi è mai capitato di vedere una tifoseria che si dissocia e isola i famosi “cinque deficienti”. Ormai non ci credo più. Cominciano in cinque, e poi tutti a ruota. Cerco così il lato positivo: tutti pecoroni, fondamentalmente non pensano a quello che fanno e nella “vita vera” non credono davvero a queste baggianate. In attesa che qualcuno mi svegli di nuovo. Buuuuuuuuuu.

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Dall'alto della mia ignoranza calcistica, ritengo vergognoso quello che è successo.
Dov'è finito l'amore per lo SPORT, per il tifo, per i giocatori??Forse solo tra ragazzi che giocano al parco?
Concordo con te, troppo classismo e razzismo, in un mondo (quello del calcio) dove - purtoppo- comandano i soldi..
Poi troppi stranieri in squadre italiane..non è questione di razzismo, ma si perde un pò di patriottismo!!

11/28/2005 7:34 PM  
Anonymous Anonimo said...

Mah, le minchiate della Padania lasciale a quel giornale, lascia perdere va...a me nn me ne frega nulla se la mia squadra schiera 22 stranieri (anche nn europei).Per tifare la propria nazione esistono i mondiali e gli europei.

Sulla reale questione, sullo schifo avvenuto a Messina sono d'accordo con te:nn sono mai in 5 a fare il verso della scimmia e mi da fastidio il fatto che ce lo vogliano far credere...ma a nessuno viene in mente che, casualmente, queste cose avvengono solo tra tifoserie dichiaratemente di destra?(Verona, Lazio, Inter...)E come mai queste (squadre) sul suolo italiano nn si beccano mai una squalifica e in Europa ne beccano di santa ragione?mah, i soliti discorsi...

Forza Livorno;)

11/28/2005 9:53 PM  

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