L'angolo di Bertrando

Siamo solo bugie che attendono di essere svelate.

martedì, novembre 29, 2005

Ipocrisia

Stamattina ho comprato, come al solito, Gazzetta dello Sport e Corriere della Sera. Dopo averli letti ho deciso di soffermarmi ancora sul "caso Zoro". Prenderò in considerazione solo la “Gazza”, perché questo è un fatto di sport – voglio che sia così – e soprattutto perché basta e avanza…
La copia di oggi è esilarante, un concentrato di buonismo, moralismo e di tutto ciò che trasforma un fatto in pecunia sonante. Ci stanno campando tutti, come prevedibile. Giocatori, allenatori, amministratori delegati, presidenti, media. Il risultato? Questo.
Comincia lo stesso Zoro, che scrive una lettera e spiega di nuovo le sue motivazioni: “l’Italia è un bellissimo Paese, vorrei vivere qui il futuro con la mia famiglia”. Ma aggiunge: “A Milano sono entrato in un negozio e mi son sentito discriminato”. L'avevano infatti scambiato per un fattorino della DHL... Da buona mamma comprensiva, la Gazzetta affianca alla sua lettera quella di un compunto Obafemi Martins che esordisce dicendo: “Non sono Dio”. Hai voglia! Meno male! Ci chiediamo poi chi può aver scritto la lettera, molto probabilmente lo stesso programma di computer o lo stesso spin doctor (semplificando, responsabile delle comunicazioni). Le solite cose: Italia bel Paese, italiani rispettosi, l’unica soluzione è dare il buon esempio e giocare. Lo zenith viene raggiunto però con questa frase: “Con Adriano abbiamo fatto capire a quella gente che urlava – era poca (ma dove Oba Oba???? Per favore!) – di smettere. Abbiamo abbracciato Zoro, certe volte un abbraccio può fare molto”. Punti di vista, senza dubbio Einstein aveva ragione. Però non prenderci in giro così, caro Oba Oba. Se quelli sono abbracci, la prossima volta che stringerò una donzella tra le mie braccia mi metterò il paradenti e, senza dubbio, un capo di scarsa qualità: me lo sfilaccerebbe tutto! Mi dicono, tra l’altro, che l’ultima frase citata sia stata scritta da Michael Reale, il Raoul Monteleone della soap Vivere, in collaborazione con Alessandro Greco, appena eliminato da La Talpa. Nella versione originale si dice ci fosse anche scritto: "Mark Andrè ti amo, ti amo, ti amo", ma la chiosa non è piaciuta a Cannavò che ha denunciato Greco per avergli copiato la frase da uno dei suoi vendutissimi libri.
In quanto a punti di vista, ci pensano il giocatore Di Canio e l'allenatore Silvio Baldini a riportare in parità la situazione. Dice il “re d’aa Lazio”: “non sono questi i problemi, quando ero all’estero mi davano del bastardo, ma questa offesa non mi ha mai intaccato”. Si dice indossasse un pastrano antiproiettile da gerarca fascista sotto la divisa della squadra. E il Baldini: “In Africa il razzismo dei neri nei confronti dei bianchi è anche peggiore”. Chissà come mai, ma il suo cane si chiama Taglione…
Sulla falsariga degli allenatori, ci va giù duro Ancel(l)otti, che dice: “L’unica cosa che Zoro ha sbagliato a fare, è stata non uscire veramente dal campo”. E rincara la dose: “Io la partita l’avrei sospesa”. Carlè, non dire così, dai! Vuoi dare un’altra delusione ai tuoi cuginastri? Già sono ad un’infinità di punti dalla vetta…ma non è che anche te sei cascato nella trappola? Non è che stai sfruttando questo “caso” per fare un po’ di casino e magari destabilizzare un ambiente che ha già i suoi problemi con Materazzi, Mihaijlovic (che sul problema non si è esposto, sembra abbia mandato dei sicari sotto casa di Zoro, neutralizzati però dalla gang del presidente Franza) e Veron? E’ squalliduccio, non credi? CI pensa il c.t. Lippi a dire una cosa profonda, vera, utile, e soprattutto innovativa: “Meglio parlarne tra i giovani”. Ma va?
Autentico wrestling tra due storiche figure del calcio, Luciano “LuckyLuciano” Moggi e Massimo “V-Power” Moratti. Moggi: “puniteli per Zoro”. E Moratti: “Lui sa cos’è immorale (riferendosi al caso doping che coinvolge le Juve, ndr.)”. I due contendenti sono confermati alla prossima puntata di Smackdown, dove faranno coppia con John Cena e The Undertaker.
Passiamo ai piani alti. Idea incredibile di Campana: “Zoro nel Consiglio AIC”. Eh sì, proprio una gran soluzione! Un po’ come per il Fantozzi comunista indefesso che viene portato a scoprire le meraviglie del proprio capo supremo…Ed è un po’ come dirgli: “Dai Mark, ti fischiano un po’ ma ora sei un paladino!”. Voci di corridoio dicono che il presidente Pescante, ad un convegno sulle droghe leggere tenuto insieme a Marco Pannella, abbia fatto una proposta ancora più incredibile: “Obinna presidente della Lega Calcio”.
Noi italiani siamo razzisti, all’estero non lo sono. Johansson, presidente UEFA: “L’Italia sempre peggio, serve l’UE”. Pare che durante l’intervista Adriano e Martins siano apparsi nudi, indossando due cartelloni scritti da Zoro in persona che recitavano: “Sono italiano, e allora?”.
LA trovata migliore è senza dubbio quella della Federazione Italiana Gi(u)oco Calcio. “Il calcio reagisce. Contro il razzismo ritardo di 5 minuti”. Bene! Materialmente…che significa? Gli speaker leggeranno una poesia di Rodari sugli uccellini di colore? O saggi di Marguerite Yourcenàr? Forse, ma ci arrivo con una fantasia pari a quella di Asimov quando scriveva del paria dei cieli, questo ritardo consentirà ai tutti i giocatori di colore di essere resi sordi da un concerto della Wiener Orchestra tenuto in una stanzetta dello spogliatoio di 3 metri per tre…
Concludiamo con le parole del Dossier che l’Inter ha scritto su questo caso. “Lo sfottò di una minoranza”. I famosi cinque deficienti. Tranquilli, la soluzione c’è. Lasciamo che le cose si evolvano così come stanno: biglietti sempre più cari, rischi all’incolumità fisica, strutture fatiscenti. Vedrete, alla fine allo stadio andranno solo quei famosi “cinque deficienti”. E allora sì, li potremo isolare.


PS. Fa discutere la proposta del ministro Calderoli. Sembra infatti che abbia offerto a Zoro, a spese dello Stato italiano, un ricovero nella clinica in cui è stato “sbiancato” Michael Jackson. Compresa nel trattamento, un’indolore castrazione fisica. “Così non dovrai preoccuparti del razzismo verso i tuoi figli”, gli ha detto con voce paterna, carezzandogli una gota.