L'angolo di Bertrando

Siamo solo bugie che attendono di essere svelate.

giovedì, dicembre 15, 2005

La comparsa

“Io vado @ Iulm, devo trovarmi con la Francesca per darle una cosa per il prof, vieni anche te?”. “No, devo studiare, Silhouette m’aspetta…”. Via Dante. Quattro passi. “Ma ci metterai molto?”. “No, cinque minuti”. “Ma sì, dai, vengo anch’io, almeno saluto la Francesca e le faccio gli auguri…”. Metropolitana, linea verde. Romolo. Iulm.
Dico la verità. L’avevo lasciata in decadenza, me l’aspettavo in rinascita, ma ora è peggio di prima. Tanto per cominciare, al rotondino che connette Via Carlo Bo con un’altra strada di cui non ricordo il nome, vedi un’ X5 messo in bella mostra proprio sulla rotonda. Sembra una pubblicità. Prosegui per cinque metri, e ti vedi un omino con una cinepresa che filma un vecchiaccio su un motorino. I ponti della comunicazione!
Entro nell’Istituto, nell’edificio dove ci sono gli uffici. C’è ancora lo stesso odore…mi ricordo dei pomeriggi spesi a colloquio per la tesi. Nessuna lacrima. Tre scale e siamo nell’ufficio dove lavora Francesca. Mentre Fabio espleta il suo compito e scambia quattro chiacchiere, io mi guardo intorno, incuriosito come al solito dalla situazione che mi circonda. Già, il grande malato IULM. Fuori bello, dentro in decadenza. Evidentemente stanno cambiando qualcosa, ci sono scatoloni pieni di videocassette, audiocassette, nastri, per tutto il corridoio. Una gran bella sensazione di disordine! Ma l’importante è l’abito, no? Ed ecco che fuori c’è un bel piazzale pulito, panchine e figure geometriche disegnate sull’asfalto.
Vabè, comunque…scambio anch’io due parole con la Fra, poi dobbiamo andare. Salutiamo, e via, giù dalle scale. Oggi non è una gran giornata, ho passato la mattinata in segreteria per consegnare un – rivelatosi poi – inutile modulo. Burocrazia…
Siamo ora nel piazzaletto antistante l’Istituto e stiam parlando di un concerto. “No, non può essere…”. “Che cosa, Paolo?”. “Ma è…”. “Chi, Paolo?”. Accelero il passo, Fabio fa fatica a starmi dietro. Sono in trance. “Non può essere lei!”. “Chiiiiiiii?!!”. Attraverso la strada senza nemmeno guardarmi a lato, ho il focus puntato sul piazzale dell’Ateneo. “Samantha…è lei!”. Mi avvicino, l’avrò sì e no a 30 metri ora…è proprio lei! Vampata di caldo. Fabio non so più dov’è; e se mi sta chiamando non lo sento. Impallinato completamente, accelero il passo. “Ma dove va?”. Vedo che è insieme ad un ragazzo ed una ragazza e sta dirigendosi verso la strada. Quasi sto correndo, ora. Le arrivo alle spalle: “Samy! Samy!”. Si gira, mi guarda – ma quanto è bella? – attonita. Passeranno cinque secondi, quasi sembra che non mi riconosca! “Paolo?!”. Sento il sangue circolare velocemente nelle vene, un’ulteriore vampata di caldo mi fa immediatamente togliere i guanti. Sono balbuziente, ormai: “S-Sì”. Da film, scena da film. Quasi non sappiamo cosa dirci. IO non so cosa dire, a vedermi da fuori sembro il classico gioppino da American Pie che ci prova con la bella della scuola mentre viene preso a pernacchioni dai machi della squadra di football. “Come va?”, le prime parole che mi escono di bocca. Ti credo, non sto capendo più niente, la sto guardando dritto negli occhi – marò! – e sono già partito per un viaggio senza ritorno. “Come nei film, una scena da film”, penso sorridendo.
Sì, PROPRIO COME NEI FILM. “P-Paolo, scusami, ma stiamo girando…”. Improvvisamente riprendo lucidità. Mi guardo a destra, e vedo Fabio poco lontano che è piegato in due dal ridere. Mi volto dietro: c’è una troupe televisiva! Mi sono infilato sul set di una pubblicità senza nemmeno accorgermene! Ora sì, sono davvero in confusione…che figura! Sudo.
Samantha cerca di salvarmi. “Ci vediamo dopo, appena ho finito…sei di fretta?”. “Di frettissima!”. Non era vero, ma DOVEVO tirarmi fuori subito da quella situazione imbarazzante. Poi ci ripenso. “Quanto ci metti?”. “Due minuti”. “Ok, allora ti aspetto qui, ciaociao”. Mi defilo velocemente, zampettando come un fauno verso il bosco. Fabio continua a ridere, e dopotutto rido come un matto pure io. E’ appoggiato ad una colonna con il volto tra le mani. “Ma non è possibile…infilarsi in un set tv…e poi...Paolo?!?!”. E ridiamo a manetta. Però sotto sotto penso alla sonora figura di sterco che ho fatto. Già ai tempi non è che fosse finita bene, ora ho completato l’opera! “Questa va nei tagli di Striscia”, continua a ridere l’amico Fabione, che dopo poco mi abbandona per accompagnare un altro ragazzo ri-incontrato dopo molto tempo a mangiare un panino. Io rimango lì, mi appoggio la colonna e cerco di riprendere tono. Mi metto a posto i capelli, già…che capelli ho oggi! Samantha è sul set e ogni tanto mi guarda. Mette le mani a ‘mo di preghiera e le leggo il labiale “scusa”. Le faccio il gesto del pollice: “no problem, darling!”. E aspetto. Ma non finisce mai.
E’ ancora come l’avevo lasciata. Forse anche più bella. Mi era già successo di incontrarla dopo un po’ che non ci vedevamo, e anche in quell’occasione lo stesso disagio, lo stesso sguardo e il non sapere cosa dirsi. Oggi, la stessa identica cosa.
Finalmente fa una pausetta, e chiacchieriamo un po’. A dire la verità io non so nemmeno di cosa sto discettando, ma va bene lo stesso, perché mi ha fatto davvero piacere rivederla. Me la portano via di nuovo, dopo poco. “Io devo andare”, le dico. “Ah, mi spiace…ma non finisce più oggi”. “Dai, non importa, adesso aspetto il mio amico, poi ti mando un messaggio per salutarti…capiterà sicuro di rivederci”. Sorride, e se ne va.
Ormai io sono un complemento d’arredamento del piazzale. Avrebbero potuto anche esserci cinquecento persone intorno, e io non le avrei sentite. C’era una troupe televisiva, e io non l’ho nemmeno vista. Pazzesco. Umano.
Rimango a guardarla per un po’ da lontano, mentre girano le riprese per la nuova pubblicità della IULM. Ogni tanto mi getta un’occhiata, e sorrido se penso a quello che ci è successo. Se penso al passato, e a quanto sia morto e defunto. Se penso alla rabbia che provavo e al piacere che provo ora. Se penso alla sua reazione imbarazzata quando mi ha rivisto. Il tempo è Cicatrene, è il giusto filtro per i rapporti tra le persone. “Eppure ci siamo persi di vista, cara Samy”, penso…
Fabio mi raggiunge, e si torna a casa. Cerco di salutarla, ma me l’han portata via di nuovo. Amen, è stato bello lo stesso.

Ciò che ti ho raccontato può non sembrare così speciale. Ma lo è. Ricordi cosa ti dicevo due giorni fa? La vita è un film, sceneggiato ad arte. Io e Fabio, due ore prima di questo incontro, eravamo in un McDonald's, davanti una vetrata che dà su Vittorio Emanuele, a mangiare hamburger ed insalata e parlando proprio di Samantha. “Mi aveva segnato proprio, caro Fab…”
E’ tutto scritto, perché avrei potuto tornarmene a casa a studiare, invece di seguire Fabio. Avrei potuto tenere lo sguardo basso, invece di guardare sull’altro piazzale, a cento metri da me, e scorgere – che cosa poi? Come ho fatto a capire che era lei da quella distanza? Impossibile riconoscerla…il sesto senso animale è ancora vivo in noi! – Samantha. Avrei potuto guardare il piazzale e notare qualcun altro. Avrei potuto accorgermi di lei, e guardarla da lontano. Avrei potuto ignorarla. Ma la vita ha scelto la via più cinematografica.
L’istinto mi ha guidato altrove. L’istinto? Dico così, ma sinceramente non so cos’è stato. C’è una forza che ci guida nelle scelte che facciamo, ma il più delle volte la sopprimiamo con la testa come un inconfessabile ed imperdonabile residuo animale. E oggi ho fatto divertire i miei spettatori. Fossi in un Truman Show, sarei miliardario.

Beep. SMS. E’ Fabio.
Ti ho iscritto a Il Bivio. Ruggeri ti aspetta domani. Dividi la serata con Papin.

Rido come un beota. La gente – comparse? - intorno a me, sul treno delle quindici e ventitré, non può capire.

E pensare che stamattina avrei voluto scrivere un’apologia del suicidio.
Baciami la fortuna. L’amore conta.

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

Oh mio dio, nn l'avrai mica fatto veramente?!

Che cazz mi son perso!

Cmq destino gia' scritto, io ci andrei piano.Tu sapevi che la Samantha va allo Iulm (te l'ho detto io...), nn é poi cosi strano incontrarla, suvvia!

Chissa' Fab quanto ha riso!

12/15/2005 6:40 PM  
Blogger Bertrando da Nolle said...

Figurati se mi ricordavo che mi avevi detto che era allo Iulm. Oggi avevo in testa tutto, tranne che avrei potuto incontrarla...allo Iulm oggi non ci dovevo nemmeno andare...

E un conto è trovarla per caso, tra i corridoi, un conto è infilarsi in uno spot pubblicitario... :P

Giornata indimenticabile!
Mi ha fatto piacere rivederla, almeno ho sorriso.

12/15/2005 8:39 PM  

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