L'angolo di Bertrando

Siamo solo bugie che attendono di essere svelate.

domenica, agosto 13, 2006

AIFAS (Associazione Italiana Fidanzati Accompagnatori nello Shopping)

Sono le 16.30 di un ormai soleggiato pomeriggio di agosto. Il luogo è un noto centro commerciale, più precisamente all’interno del negozio d’abbigliamento Bershka. Colto dai fendenti dei getti della polare aria condizionata che anima lo spazio intorno a me, cammino con la mia accompagnatrice e, al solito, mi guardo intorno. Non c’è molta gente, e quella che c’è è disposta soprattutto a coppiette. Chi mano nella mano, chi cingendosi i fianchi, chi con la mani nella tasca dei pantaloni del proprio amato/a, chi ignorandosi cammina fianco a fianco, distante quel tanto che basta per far capire a potenziale interlocutori “ehi, va che sono libera, chi mi sta di fianco è soltanto un amico!”.
Prima – e praticamente unica! – tappa è il negozio di cui sopra. Classico spazio per abbigliamento femminile low-cost e urban-style addicted. Ovviamente la mia accompagnatrice parte subito a sbirciare, toccare, accostarsi abiti, a domandarmi se mi piace una cosa o meno. Ma è in trance, come tutte le donne che soffrono di saldomania, e quindi le mie risposte hanno l’effetto che hanno…
A questo punto è necessaria subito una parentesi: sono uno a cui lo shopping piace, soprattutto se fatto con la persona che sto frequentando, o comunque che susciti in me almeno interesse fisico-intellettivo-sociale. Fin dagli anni da teenager sono stato abituato a ritmi estenuanti, a prove, riprove, scontrini, sacchetti e commesse, a scarpe, magliette, canotte, borse, orecchini. Di tutto di più. E mi son fatto il callo, o più semplicemente ho imparato ad apprezzare questi momenti che, se passati nel giusto modo, possono costituire un ottimo viatico per tenere in piedi una coppia. Dono maggiore di tutto ciò, poi, è l’acquisita conoscenza del femminil gusto nell’abbigliarsi: ognuna è diversa, ognun ha il proprio stile, ma ognuna ha in sé atteggiamenti e gusti abbastanza stereotipati.
Chiusa la parentesi, mi pongo una domanda: cosa fa un ragazzo che accompagna una ragazza in un negozio di abbigliamento puramente femminile?! Beh, si guarda intorno!
Ed è esattamente ciò che ho iniziato a fare io.
Tolte un paio di amiche in solitaria e una madre con figlia, nel negozio vi sono esclusivamente coppiette. Tra l’altro molto eterogenee: l’alto con la bassa, il brutto con la bella, i due giovanissimi tamarrini tutti motorino e compagnia, la coppia più grande e già stanca di tutto questo già vissuto. Ed ecco ciò che mi porta a scrivere questo racconto…”Paolo, vieni, vado a provare questi…”. La seguo ai camerini, ovviamente rimanendo fuori.
E fuori siam tutti maschi. Io, l’alto, il brutto, il tamarrino e quello più grande. Non li guardo direttamente, ma dal riflesso di un grosso specchio e…
Uno, che sembrava il più sveglio, non appena la sua lady sparisce dietro al telo del camerino, entra in stato catatonico-depressivo; l’altro, il più duro di tutti, si appoggia alla parete col la testa e, guardando in altro, chiede al Creatore cos’ha fatto di male; un altro, invece, estrae non uno, ma due cellulari, e si perde tra tastini e schermi; l’ultimo, forse il più umano, sorridendo chiede ad un vicino: “scusami, sai che ore sono?”.
E poi fanno schiantare dal ridere le espressioni che velocemente cambiano non appena un fruscio del telo del camerino giunge alle loro orecchie. Chi si mette sull’attenti, chi si irrigidisce e si ricompone, chi mette via gli oggetti di trastullo. Ma tutti, e dico tutti, si pongono addosso la più grande faccia di tolla che possono permettersi: “ma certo, amore, ti sta da dio!”. Gli occhi sono però vitrei, vuoti, la voce è impostata come se fosse registrata, un brano da mettere in loop in queste circostanze.
Le compagne non se ne accorgono o, se se ne accorgono, non gli danno peso. Forse perché non si fidano del maschil gusto, o forse perché sinceramente dell’opinione dei propri compagni non gli interessa un’unghia. E’ solo la piccola punizione che l’uomo deve subire per le partite di pallone, le serate con gli amici, il calcio in tv…per essere intrinsecamente MASCHIO.
Mi guardo allo specchio, e scopro di essere il più fresco. Però…a vedere quelle 4 facce, una in fila all’altra come in una sessione di fotocatalogazione in carcere, mi vien da riflettere. E mi vien da pensare alla giovane generazione di maschi, che non sa cosa li aspetta, che non sa a quanti pomeriggi e giornate di alienazione andrà incontro. Ecco perché penso di creare un’associazione che tuteli il maschio che vuole, ma non sa come fare shopping con la propria compagna…Di seguito, brevemènde direbbe Lino Banfi, la proposta lancio...

E’ ora di farsi sentire! Sì, maschi italiani, è ora di far valere i nostri diritti. Come? L’AIFAS è la risposta! Iscrivendovi gratuitamente all’associazione, vi verrà consegnato un sudoku elettronico, accompagnato da uno yo-yo luminoso, e in più la guida “Come sopravvivere ai pomeriggi di shopping”, scritto da Gilberto Benetton e il romanzo “Vita in saldo”, autentico best-seller presso tutte le più grandi boutique del mondo. Entrerete poi a far parte della community virtuale, così potrete mettervi in contatto tra di voi mentre attendente l’uscita dai camerini delle vostre donzelle!
Non più facce alienate, ma solo facce di tolla!


Uomo, non mettere in saldo il tuo tempo, iscriviti all’AIFAS!


Per ricevere la tessera, contattami tramite questo spazio. NON SEI SOLO!

1 Comments:

Blogger yorka said...

Grandissimo! Uno squarto!Baci

8/14/2006 5:50 PM  

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