L'angolo di Bertrando

Siamo solo bugie che attendono di essere svelate.

lunedì, gennaio 09, 2006

Basta un niente, e ti senti divino (per poco)

Che bella sensazione! Sentire quel bisillabo numerico dopo aver passato otto ore in un aula di università in attesa che sia il tuo turno. E la tensione sale sale sale. E in testa confusione, un purè di dati, idee e pensieri che non ti fa ragionare. Questo sì che è brutto. Ma poi sei sotto, mezz’ora che dura un attimo, sudi, tremi – perché nelle università italiane il riscaldamento è optional – non hai tempo per pensare a quale sarà il verdetto. Una domanda. Due. Tre. Ma quanto dura…
“Per me può andare”. E ti alzi, le gambe ti tremeranno ancora un poco per la tensione, dopo aver messo la firma che certifica il tuo impegno. E’ questo l’ATTIMO DIVINO. Quel breve istante di potenza che vivi dal momento in cui hai ricevuto un valore numerico del tuo impegno, al momento in cui quell’impegno viene messo nero su bianco, certificato solennemente. Ce l’ho fatta, come son stato bravo, passata questa posso passare tutto. Passasse di lì la ragazza più bella ed impossibile del mondo, ti travestiresti da Rudi Valentino e la prenderesti tra le tue braccia, sicuro del suo desiderio. Ma questo non succede, purtroppo.
Succede però che condividi quell’attesa con uno dei tuoi migliori amici. Che non ti sopporta più perché con la gamba hai consumato il pavimento, perché ridi come un deficiente per un “pompoko” – non sai cos’è? Cerca su internet “Takahata” -, o perché continui a fargli domande su cose che a grandi linee sai, ma come un bambino vuoi averne la conferma. Da qualcuno di cui hai estrema fiducia. E il tempo, così, vola.
Quell’attimo divino dura troppo poco. Domani è un altro giorno. Bello, per l’amor di Dio. Ma è la finestra su quello che ci sarà domani, ossia tanto altro impegno, per un tanto alto altro risultato. E giù, chino di nuovo, sapendo che per pochi decimi, però, prenderò in mano l’oppressione che ho intorno e la schiaccerò per terra con un suplex. E godrò ancora. Cazzo, se godrò. Nettare e ambrosia. E lo faccio solo per me.

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

E' solo un numero, non dice per nulla quanto valiamo, è necessaria una buona dose di fortuna, ma ci rende felici..Chissà perchè..
Forse vuol dire che del resto non ci manca nulla, o - alla nostra età - è l'unica soddisfazione di carattere "professionale".

Avv. Anonimo

1/10/2006 9:07 PM  
Anonymous Anonimo said...

il certificato del tuo impegno, della tua grinta, delle tue capacità in quel determinato campo, shakerato con la giusta dose di culo congiunturale, ti da la sicurezza di essere "idoneo" almeno in qualcosa.
anche se forse non ne abbiamo più bisogno.

1/19/2006 6:12 PM  

Posta un commento

<< Home